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lettere di fra paolo sarpi. 19

appunto è un arcano, e che sotto il miele si nasconde il veleno; ed ho sempre in bocca, che quella massima della cosa spirituale non è altro che un possesso temporale; e ciò mi sforzo di confermare coll’autorità degli scrittori, dei quali ho a mano pochissimi, tranne i francesi; nè questi stessi conchiudono ciò in possessorio adipiscendæ come Guido Papa,1 il quale nelle Decisioni sembra il principe per ciò che spetta al difendere codeste massime, e nelle Questioni nega ai magistrati laici la potestà di sentenziare in causis acquirendae. Ma io difendo talmente la verità, che spero di persuaderla al fine a tutti quanti.

In quanto la S.V. approva il fatto nella esecuzione della sentenza capitale contro a preti senza degradazione, quando il vescovo ricusi di compiere un tale ufficio, mi è caro il veder lodata la mia opinione da uomo tale qual’Ella è: ma io voglio spiegarle in diritto la causa del rifiuto. Obiettò non esser cosa conveniente a un vescovo nobile e primario, nè aversi alcun vescovo volgare al quale commettesse quell’uffizio. Ora raffreni la collera, s’Ella può.

I vostri vescovi i quali sostengono il Concilio Tridentino, perchè dà molto ai vescovi, che cosa si cerchino non sanno. Così pare a chi legge; ma non a chi abbia veduto in fatti in qual modo la cosa si metta in pratica. Ora, in Italia, i vescovi sono costretti di rapportarsi per tutte le cose a Roma, e attendere


  1. Benchè così ordinariamente si chiami questo giureconsulto francese del secolo XV, meglio sarebbesi nominato Guido del Papa, stantechè Guido Papae chiamisi egli stesso nelle sue opere. Tra queste è la più celebre quella che porta il titolo di Decisiones Gratianopolitanæ.