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lettere di fra paolo sarpi. 243

migliorare oltre lo stato presente; e non potendo finir di maravigliarmi delli tradimenti di Bellarmino, finirò di dar noia a V.S., alla quale bacio la mano.

Circa il decreto pronunciato contro il predetto Bellarmino, qui se ne parla diversamente. Avrei a caro sapere il contenuto, con tutte le particolarità, per poterne informare alcuni senatori miei amici, quali difficilmente possono soffrire la libertà del parlare di questo uomo, come soggetto nato a portar pregiudizio alla quiete della Cristianità.

Di Venezia, li 25 ottobre 1611.




CLXXXVII. — (D’incerta direzione).1


Desiderando continuare la comunicazione per lettere con V.S., la quale non possiamo trattenere


  1. Nella raccolta di Ginevra, dove trovasi a pag. 343, è posta fra le indirizzate al De l’Isle. Ma questi, secondo la precedente, pag. 241, aveva ultimamente scritto al Sarpi a dì 20 di settembre, mentre qui trattasi di replicare ad una, già molto arretrata e tardata a giungere, dei 29 marzo. La contraddizione perciò sarebbe flagrante; senza dire della poca verisimiglianza che il solerte Servita indugiasse questa volta pur tanto a rispondere ad un amico, col quale era in sì stretta e continua corrispondenza. Nè mancano, quanto alla presente, altri indizi d’interpolazioni, o forse di confusione di due lettere in una, o di sbaglio nella data assegnatale; tra i quali anche il luogo ove trovasi nella citata raccolta, e per cui potrebbe facilmente riportarsi al 26 d’aprile. Ma le materie in essa trattate, e soprattutto quello che vi si dice del duca di Savoia, ci sembrano giustamente riferibili, se non al giorno indicato, a questa metà dell’anno 1611. Credemmo però sufficiente il restringere i nostri dubbi alla persona del direttario, spettando il di più a chi, dopo il raccogliere che noi facemmo, sottoporrà queste Lettere ad esame ben più sapiente e severo, ma che le fatiche nostre avranno forse reso più agevole.