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240 lettere di fra paolo sarpi.

favore de’ papisti. La cosa con il papa è messa in silenzio. Del negozio dell’inquisitore, che gli scrissi, non ha detto niente. Novamente il Nunzio ha richiesto di torturare l’abbate1 di cui V.S. sa, quando Ella era qui, e che fu dato al re, e per quel mezzo al papa, perchè il giudicio dura ancora; ed è stato negato.

Le nuove che abbiamo di Germania sono molto considerabili; e se succederà che l’imperatore parta di Boemia, e che pigli al suo servizio quelli che tratta d’avere, è necessario che si esca dalle parole. In questo paese2 veggo le cose molte confuse, e stimo quasi impossibile di poterle rimediare, stante il torbido cervello del duca di Savoia, al quale non mancano giri e raggiri per liberarsi dalle sue proposte; oltre che la fede in lui è arbitraria e di poco fondamento, benchè in effetto sia gran cattolico e buon cristiano quanto bisogna.

Io non sarò più lungo per mancamento di materia, ma ben resterò sempre con desiderio di aver il medesimo loco nella grazia di V.S.; alla quale con ogni affetto bacio la mano.

Di Venezia, li 11 ottobre 1611.




  1. L’abate di Narvesa, conte Brandolino, il quale co’ suoi delitti, che la Repubblica voleva punire, era già stato la prima cagione della controversia con Roma e dell’Interdetto; e che, nell’accomodamento che fecesi, venne donato, insieme col canonico Saraceno, al re di Francia, come in ricompensa della mediazione, per la quale l’Interdetto fu tolto.
  2. Abbiamo aggiunto la parola: paese.