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lettere di fra paolo sarpi. 239

la suddetta causa; dal quale non ebbero buona risposta. Di che andata la nuova a Genova, vi concitò grandissima sollevazione popolare, nella quale portò molto pericolo la casa dell’ambasciatore spagnuolo Vives; e sarebbe il pericolo passato a qualche danno, se quella Signoria non gli avesse mandato guardia.1 E anco alcuni di quelli che sono interessati con Spagna, parlarono liberamente di voler preporre la libertà alli rispetti privati. Quella Signoria ha dato ordine di levar 3000 Svizzeri e 3000 Corsi; dicono alcuni per difendersi dal forestiero, altri per prevenire le sedizioni interne. Questo secondo è più verisimile, perchè conducendo Svizzeri non protestanti, avranno Spagnuoli.

Non so se debba dire che il matrimonio di Savoia s’intorbidi o no. È andato a Torino un segretario dell’ambasciatore Vives, per dissuaderlo; per che fare, ha parlato in maniera, che non è parsa al duca di Nemours onorevole per sè: per il che un francese, luogotenente suo, è andato in casa del segretario armato e ben accompagnato, e l’ha mentito e minacciatolo nella vita, se non revocherà le cose dette. Il segretario s’è lamentato col duca, che sia violata la ragione delle genti, e ha ricercato dichiarazione della sicurtà della persona sua. Il duca ha offerto di farli dare soddisfazione; ma non s’accordano, volendo l’uno ricever molto e l’altro dar poco. Non manca chi crede, e con buone verisimilitudini, che Savoia abbia fatto fare.

Delle cose dell’Assemblea non ho ancora contezza; sebbene qui si dicono cose assai, ma tutte a


  1. Si vedano gli storici Genovesi e il Botta, Contin. del Guicciard., lib. XVI.