Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
216 | lettere di fra paolo sarpi. |
Germania si possi aspettar altro al presente, se non che li papisti si alienino dal papa.
Quanto s’aspetta a Savoia, certa cosa è ch’egli farà tutto il possibile per inquietare. Con tutto ciò, la opinione universale è, che nessuna cosa gli possa sortire, se non forse qualche impresa furtiva. Da questo conviene bene che si guardi chi ne ha esempi passati.
Io son costretto, contro il mio volere, a scrivere brevi lettere a V.S. per difetto di materia, essendo l’Italia in un ozio così profondo, che non solo ci tiene lontani dalle novità, ma anco dalli disegni e pensieri: di maniera che, anco li scrittori delle Gazzette non hanno altra materia, se non qualche conviti apparati di feste.
La Republica segue l’incominciato sopra Ceneda. Il papa sta per ciò molto ben sdegnato. Non si vede che provvisione sia per fare, ma al certo farà. Alcuni dei nostri biasimano il nostro tentativo, dicendo che se la Spagna adesso assistesse al papa, non si ha dove aver ricorso ed aiuto. Son certo che la stessa ragione travaglia il papa, quale vede non potersi sostenere se non mettendosi sotto Spagna: cosa che abborrisce. Dubito che non ci portiamo senza accorgercene in qualche passo pericoloso.
Le dispute successe in Parigi non sono piaciute a Roma. Biasimano il nunzio. Se fosse messa a campo quella controversia, temo ecciterebbe una sedizione tra li papisti stessi.
Vedendo la divisione che nasce tra Gesuiti e altri papisti per la libertà gallicana, se li Riformati fomentassero il partito della libertà, il quale sebbene non è perfetto è però manco cattivo, forse si