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lettere di fra paolo sarpi. 201

replica dell’Anti-Cottone, desideratissima qui, e che in qualunque tempo verrà opportuna.

Quanto al capo di che V.S. mi scrive, già promosso in Spagna, quanto s’aspetta al fatto, le dirò che in anno 1585, per questa causa fu chiamato a Roma un frate Gomeranda Iacobin,1 che moveva la contenzione in Spagna; e pensavano prima di castigarlo, ma meglio consigliati, pensarono di farlo tacere con premi e onori, e perciò fu fatto maestro del Sacro Palazzo. Con questo il Padre ha conversato strettamente in quel tempo, perchè si ritrovava esso ancora in Roma. Era uomo di buone lettere in quel genere, ma del rimanente gran papista. Quanto alla dottrina, bisognerà stabilir bene che cosa, secondo la fede della Chiesa romana, sia essenziale ad un ordine regolare, e poi mostrar che sia tutto altramente nei Gesuiti. Questo punto non lo maneggerà bene se non persona ben versata nella teologia scolastica. Ma ogni tale che vi applichi ben l’animo, e abbia quella bolla di Gregorio XIII, anno 1584, VIII Kal. Junii,2 metterà in campo un travaglio di che non si sbrigheranno con facilità. Questa non mi parrebbe cosa da far correre per l’Italia, per esser direttamente opposta al Concilio di Trento e al papa; ma in Sorbona potrebbe far qualche grande effetto. E in questo non si ha da guardar alla verità in sè stessa, ma a quanto è creduto da’ papisti; chè non si


  1. Sembra detto scherzevolmente alla francese, scrivendo a’ Francesi, per Domenicano
  2. Questa bolla comincia colle parole: Ascendente domino et Salvatore nostro in naviculam; consta di 30 §§, e contiene una terza approvazione dell’istituto gesuitico, con lo scioglimento di alcuni dubbi e la conferma dei privilegi goduti da quell’Ordine.