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172 | lettere di fra paolo sarpi. |
prego che voglia coadiuvare a ciò con l’interporre qualche tempo alli studi e alle altre occupazioni, che producono indigestione; materia di tal morbo.
Io sento dispiacere delle lettera smarrite, le quali credo siano giunte a Parigi nel tempo della sacra1 del re. Spero nondimeno che si troveranno. Nè saprei dire a V.S. che particolare importante vi fosse, salvo che avvisi delle cose occorrenti. Per questo spaccio io ricevo, oltre la suddetta, un’altra piccola dell’istesso giorno; dove vedo l’esquisito suo giudicio in penetrare che il duca di Feria partì non per mancamento di volontà di far male nè di materia atta ad esser lavorata, ma per non aver trovato il tempo maturo. Non dubito che le carezze fatte a noi, abbiano altro fine che di aspettare o di accelerare una tal maturità. Questa è una miseria che non s’è veduta da chi vede le altre cose.
V.S. non dubiti, che le armi di Milano siano contro di noi: al sicuro non sono. Non è utile loro assaltare per quella via, che ha l’esito incerto, e potrebbe terminare a loro più facilmente in male che in bene. Altro abbiamo da temere, e il male è che non lo temiamo. Alcuno dice che vano è il timore di quelli che pure ne hanno parte; che poche volte se ne effettua il centesimo, e che molte cose s’attraversano in aiuto di chi gode il beneficio del tempo, e ad impedimento di chi disegna offendere. Faccia Dio che così sia in questo particolare.
- ↑ Cioè, della consagrazione o coronazione di Luigi XIII, la quale ebbe luogo in Rheims, ai 17 ottobre, per le mani dell’arcivescovo di Rouen. Sono sempre le esagerazioni nocive, e nocque grandemente anche ai principi l’aver voluto così trasumanare la loro temporale e mondana autorità.