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10 | lettere di fra paolo sarpi. |
senza la degradazione, negando il vescovo di voler a questa procedere. Amerei di conoscere il nome del prete, le colpe obiettategli, il magistrato che diè la sentenza e il tempo della esecuzione. La prego di perdonare la mia curiosità e di soddisfarla. Di nuovo la riverisco.
CXXIII. — Al signor De l’Isle Groslot.1
È vero ch’io ho mancato di mio debito restando di scrivere a V.S. per alcuni spacci; sebbene ne merito qualche scusa, avendolo fatto per l’avviso datomi da monsieur Castrino della sua indisposizione, la quale io non reputavo conveniente accrescere con la noia di leggere lettere di poco succo. Ma ritornato al mio debito continuando di scriverli dopo intesa la convalescenza, non mi par di aver mancato mai; e credo che sarà avvenuto a me quel che a Lei, per la dilazione delli corrieri. In un mese che noi ne dovevamo aver due, ne abbiamo avuto un solo; il quale mi ha portato due pieghi, in un de’ quali era la sua del 23 dicembre, e nell’altro quella del 6 gennaio.
La prima, io la veggo piena di molto giudicio in prevedere i mali de’ quali io ancora ho grandissimo timore: e con tutto ch’ella nello scrivere la seconda, in tutto mutata, fosse piena di speranza che il pronostico non dovesse riuscir vero, io nondimeno resto persuaso della prima, non potendomi capir nell’animo, che i Gesuiti, tanto gran maestri, abbiano fatto così gran salto di sonar alla guerra,
- ↑ Dalla raccolta di Ginevra, pag. 217.