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lettere di fra paolo sarpi. | 171 |
niale del vescovo di Parigi in favore della Compagnia. Con essa si vuole imporci la credenza che la Chiesa non sia fabbricata sul fondamento degli Apostoli e dei Profeti, ma su quello dei Gesuiti. Ma fino a qui sono poveri a fatti. Aspetti che abbiano avuto adempimento gli sforzi ch’ora fanno d’ascrivere il loro Ignazio all’albo dei Santi, e vedrà di quanti nuovi articoli di fede vorranno caricarci. Faccia Dio, di cui commemoriamo la luce recataci nell’Avvento, che si sperdano queste tenebre e dilunghisi da tutta la Chiesa la profonda notte dell’ignoranza.
Se ardisco scriverle senza sceltezza e troppo alla buona, la V.S. egregia sappia scusarmi, attribuendo ciò al cortissimo tempo concessomi. Poichè, com’arriva il corriere, in due giorni soli mi tocca a rispondere a tutti. Prego Dio che la custodisca in salute e nella pienezza de’ suoi doni. E le bacio le mani.
- Venezia, 7 dicembre 1610.
CLXIV. — Al signor De l’Isle Groslot.1
Ricevo consolazione per la speranza che l’assalto datole dalla colica debba esser l’ultimo, e sia stato uno sforzo della natura, aiutata dal medicamento delle acque a scacciare le reliquie del male: altrimenti, sentirei eccessivo dispiacere dall’intendere per quella di V.S. delli 10 novembre, che per sei giorni continui ne sia stata travagliata. Prego Dio che la mia speranza sortisca effetto; ma insieme anco la
- ↑ Dalla raccolta di Ginevra ec., pag. 314.