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154 | lettere di fra paolo sarpi. |
tunque vi siano anco di quelli che lo attribuiscono a qualche difetto del presente governo spagnuolo, affermando che quelle poche cose le quali passano bene, succedono in virtù del governo di Filippo II: cosa che se da V.S. sarà riguardata con qualche attenzione, forse sarà trovata vera; per il che, non debbe tanto temere del duca di Feria.
Ma io non ho potuto intendere il passo della sua lettera, che sia stata fatta lega tra Francia e la gran Brettagna, offensiva e defensiva; essendo questi termini relativi, e riferendosi defensiva a sè e offensiva ad altrui, senza nominar il quale, non si può manco usar il termine.
Li fratelli d’Austria hanno composte le loro differenze con sole parole; avendo offerto Matthias di domandar perdono all’imperatore, e dato commissione a Massimiliano fratello, e agli altri arciduchi, di farlo; e avendo l’imperatore ricevuto questo per soddisfazione, senza avere permesso che si eseguisca. Hanno ancora li arciduchi stracciata la scrittura che fecero, già due anni, contro la sua maestà, in sua presenza. Questa unione potrà forse fortificar la lega di Magonza, e massime aiutata dal duca di Sassonia; nè si vede che resistenza possa avere, attesa la debolezza che sarà nella lega di Hala, causata per la morte dell’elettore Palatino, la quale non solo ha levato il principale appoggio, ma seminata ancora qualche discordia in quella casa per la tutela del figlio. Io però tante volte ho osservato, esser tornate in bene le cose stimate disperate, e in male quelle che mostravano apparenza d’ogni buon successo, che voglio aspettar l’evento e non pronosticare alcuna cosa.