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lettere di fra paolo sarpi. 151

liana, non ho saputo come fare. Le più usitate appresso a noi sono quelle che entrano nel declinar i verbi; ma la declinazione francese è tanto diversa, che quelle non servono niente. Quanto alla lettera X, per non confondere la con le,1 il suo carattere potrà essere ZZ, e così ho notato nella mia cifra.

Aspetto con molto desiderio di sapere quel che avrà fatto il duca di Feria, che non potrà esser se non male, considerato chi è e di dove viene. A Guise ho sempre creduto poco, sì come a tutta la casa sua; e meno credo, poichè fa matrimonio con Gioiosa. V.S. mi farà singolar favore scrivendomi con qualche minuzia le qualità di quel Barrave, che va a Roma, e ancora la qualità di quel che viene qui. Espernon, senza dubbio, non farà se non male. Fa ben bisogno a’ riformati star con molta avvertenza.

In quel che tocca le cose d’Italia, io non posso dire a V.S. se avremo guerra o pace. Due cose credo; una, che li Spagnuoli faranno ogni cosa per non far guerra; l’altra, che il duca di Savoia farà ogni cosa per farla, a suo vantaggio però. Ma gli uomini s’impegnano, e se bene operano ad un fine, molte volte sortiscono il contrario. Potrebbe occorrere che li Spagnuoli fuggendo la guerra, la incontrassero. Al presente, se bene siamo tanto innanzi, restano i medesimi soldati nel ducato di Milano, esausto perciò molto, con pericolo di rovinare, anzi con certezza, se inverneranno; il che non sapremo se non per l’evento. Ed in Spagna, se bene intendano tanta desolazione, non ne tengono conto, parendogli avanzare per la spesa che fa il duca di


  1. Segue nel testo una parola mal comprensibile, e quand’anche compresa, disutile; cioè: “nulle.„