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38 lettere di fra paolo sarpi.

timi da V. S., doi ne ho veduti già; quello di monsignor di Ais, e l’altro del quale ella non mi scrive l’autore, che però desidero sapere: imperocchè, se bene la conclusione è assai aerea e il mezzo di trattare sii pieno di translazioni straniere, però l’autore merita d’esser conosciuto. L’altro di Grieux non mi è capitato in mano se non ora, e lo vedrò. La risposta di M. Ribbier non solo l’ho letta già molti giorni, ma anco tradotta in italiano a petizione del Serenissimo, che avendo ricevuto gusto del discorso che li tradussi, ha voluto aver in italiano ancor la difesa.

Se V. S. ha memoria della stima ch’io feci del discorso, per significarli in che stima abbia la risposta, non fa bisogno che li dica se non che è l’animo e lo spirito del primo; in maniera che M. di Ribbier debbe ringraziare chi li ha dato occasione di fortificare così bene la sua fabbrica. Del nostro silenzio V. S. non si maravigli: nasce così perchè abbiamo già esalata tutta la nostra virtù, come anco perchè abbiamo levato qualche oppiata del vase che addormenta tutti.

La pace delli Paesi Bassi siamo certi che non è conclusa. Li signori Sechini1 nostri amici credono anco che non seguirà; io in contrario la tengo come fatta: con tutto ciò non son di parere che sii per portar la guerra nè qua nè costà, se prima non saremo fatti più inerti di quello che siamo per amministrarla; al che c’inviamo costì con l’ozio e qui


  1. Cognome di una famiglia di mercanti veneziani, presso i quali si adunavano a convegno letterario molti fra i più intimi amici del Sarpi.