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lettere di fra paolo sarpi. 33

bene colui: Non oportet scribere in eum qui potest prohibere.

Conchiudo che, per esempio di tanti principi e della medesima Serenità Vostra, se si giudicherà bene l’appellare, non debbesi restar di farlo, perchè la superiorità del papa sopra il Concilio abbia qualche fondamento, nè per timore della bolla In cœna Domini.

Venezia, 1606.




XI. — Al clarissimo sig. Giacomo Girardi.1


Clariss. sig. colendissimo.

Mando a V. S. clarissima, secondo il suo comandamento, la scrittura che mi diede ieri, sopra la quale dirò il mio parere in scritto,2 e lo manderò ovver porterò. Non credo che occorrerà vederla più; ma quando nello scrivere mi paresse averne di bisogno, venirò a vederla. Li mando appresso il senso di quello che dissi in risposta al Serenissimo,3 e li bacio la mano.




  1. Inedita, negli Archivi di Venezia, e scritta certamente tra la fine di settembre e il principio d’ottobre del 1606. Il Girardi era Segretario della Repubblica.
  2. Vedasi l’antecedente Lettera X.
  3. Vedasi qui appresso la Lettera XII.
Sarpi. 3