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lettere di fra paolo sarpi. 31

con l’opinione de’ Padri di Basilea intorno alla superiorità del Concilio al papa, e l’Italia inclinò all’opinione di Eugenio. Lascio a chiunque il dedurre da questa storia quello che ne va dedotto.

Nel 1516, papa Leone con una sua bolla, allegate molte ragioni, determina che il papa sia sopra il Concilio; ma questa determinazione è più contro loro, che contro noi. Imperciocchè dice il cardinale Bellarmino, che non è ancor deciso il dubbio se veramente sia superiore il papa o il Concilio; e quanto alla bolla di Leone, dice che il Concilio in cui la pubblicò non è tenuto per generale. Niuno dunque, secondo l’opinione del Bellarmino, può decidere, se non il Concilio generale. Conchiudesi dunque, che il papa non è superiore al Concilio. Chiamo ogni uomo di spirito alla considerazione di questo particolare, e riconvenire gli avversari con le armi loro. Finalmente, nel Concilio di Trento non si è fatta menzione alcuna di questo dubbio; ma pure alcuni cercano di trarre da esso ancora la superiorità del pontefice. Portano quindi un decreto, in cui il Concilio dichiara, che tutte le cose spettanti alla riforma e disciplina con qualsivoglia clausola stabilite, sieno stabilite in tal maniera, che s’intenda sempre salva l’autorità apostolica. Mi fanno però stupire coloro che portano questo decreto per provare la superiorità del papa, mentre da esso deducesi evidentemente il contrario. Imperciocchè, al modo loro di parlare, se il Concilio non avesse fatto questo decreto, averebbe derogato l’autorità della Sede apostolica. Dunque, il papa non è superior al Concilio. Esaminiamo meglio questa conseguenza con un esempio. Se l’eccelso e supremo Consiglio dei Dieci facesse una legge circa il giudicar i delinquen-