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10 | lettere di fra paolo sarpi. |
far il versorio, con che li applica li perni; se con fuoco o con colla, o come e di che materia li fa, e sopra che li appoggia; e in somma ogni particolare, perchè non vorrei consumar tempo in isperimentar molte cose, poichè ella ha fatto la fatica. Qui farò fine, pregando V. S. scusare la mia importunità, e non curare di rispondermi se non con suo comodo, sì che non venga impedita nè da’ suoi negozi nè dalli studi. Però li bascio la mano.
Di V. S. eccellentissima.
- Di Venezia, il dì 2 settembre 1602.
V. — A Monsignor Luigi Lollin.[1]
Come le annotazioni di H. Stefane[2] sono appresso le Pirronicæ e sopra quelle solamente non mi servirebbero, essendo in quello con Math. le cose che mi si rendono oscure. Di Lipsio[3] pur l’altro giorno parlai con un Fiamingo, che mi considerò fredde le opere composte dopo ch’egli s’è composto co’ padri Gesuiti; e mi commendò alquanti giovani di Leida, volendo che avessero relazione a Lipsio quale Scipione e Lelio a Terenzio. Ma quel Gilberto Anglese non fa professione di scrivere eruditamente, ma cose sode. Della calamita, tutti quelli che hanno toccato qualche cosa, hanno balbutito: questo è il primo