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xlii fra paolo sarpi.

Chiesa cattolica, che in altri tempi e ordini sociali avea assunto per ripararsi dalle offese de’ papi, ed ora impedisce la scambievole libertà.


IX.


Disarmare la religione importa tre cose: prima, torre al Clero il potere su la vita e la libertà degli uomini, che l’esercitasse di per sè, o di quello si valesse dello Stato ridotto ad esserne il braccio; secondo, porre un termine alle ricchezze e alle guadagneríe del Clero; terzo, provvedere che la sua autorità, quale che si sia, non torca a mal uso. Il Sarpi comprendeva benissimo il male e il rimedio, come fanno fede le lettere sue; ma Venezia procedeva più guardinga ed incerta, che non avesse voluto il suo consultore. Venezia era vecchia oggimai, e la sua aristocrazia temeva le novità, amando meglio adagiarsi nell’inveterata sopportazione de’ mali. Bisognò che i papi ne stancassero l’infinita pazienza, perchè ricalcitrasse e si difendesse. E la difesa mostrò quanto sarebbe stato facile vincere. Questa facilità proveniva dall’essere oggimai odiosissima e grave ai popoli l’inquisizione ecclesiastica: pretendeva, nientedimeno, il Clero d’impedire ogni commercio de’ cattolici con gli eretici; e chi per cagione di mercatanzia o altra siffatta dovea andare ai loro paesi, dovea dimandarne la licenza a’ preti, che senza denaro non l’avrebbero data di leggieri. Inoltre faceano caso di coscienza il non far la spia l’un del-