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xl fra paolo sarpi.

pra il Papa, e l’eccellenza del sistema elettivo sopra quello papistico della collazione de’ ministeri ecclesiastici; nelle quali e in simiglianti cose è la vera libertà della Chiesa, cioè la sua esenzione dal patronato dello Stato e dall’arbitrario del papato; e si faccia con ragione meraviglia del clero francese, che a volta a volta ebbe voglia di mettere a pericolo le sue preziosissime libertà. In somma, a stringer tutto in una parola, il Sarpi vuol disarmare la Religione delle armi non sue e fabbricate nell’ignoranza del medio-evo; e che adoperate qualche volta a beneficio de’ popoli, si volgevano, massime in quel tempo e nel susseguente, contro alla civiltà, rinettate o aguzzate dai Gesuiti. Or, per tornare ad insistere sul punto dell’ortodossia, se non si lodano i Parlamentaristi e i Giansenisti di Francia di avere partecipato all’oppressione de’ Calvinisti, perchè poi si biasima il gran Veneziano di aver tenuto altra opinione? Gli uomini di Stato cattolici oggidì non pur tollerano i Protestanti, ma s’interessano della prosperità delle loro comunioni, e gli uomini di Stato protestanti fanno il medesimo de’ cattolici; e chi primo ha dato l’esempio di tanta saviezza e equità si avrà a vituperar per ipocrita? Certo è debito di ogni buon Italiano il difenderlo. Noi siamo, la Dio mercè, in tempi che se il Sarpi fosse stato intinto di protestantismo, il potremmo dire, e lodarlo ad un’ora per l’acume politico e per l’onestà della vita: ma non era, e troppo bene si accorgeva che tra i Protestanti sa-