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370 lettere di fra paolo sarpi.

dita la Istoria del signor de Thou.1 Non so se qui sarà ricevuta quella proibizione, o non; ma le cose tra il pontefice e la Repubblica passano con tanta quiete e concordia, che non si può dire maggiore; sì che non vi è vestigio delle controversie passate. Io resto pregando Dio che doni a V.S. intiera sanità, e le bacio la mano, e per nome ancora del signor Molino. Or ora ho inteso che il gentiluomo Inglese sarà in Venezia fra duoi giorni: adunque la lettera sarà ricuperata in quel tempo sicuramente.

Di Venezia, il 22 decembre 1609.




CXIV. — A Giacomo Leschassier.2


Colpa la stagione invernale, assai tardi mi giunsero le lettere della S.V. de’ 2 novembre; e ricevei quelle del 16 di questo mese nel giorno stesso che il corriere era sul partire per costà; onde mancavami il tempo sufficiente per rispondere. Al tempo medesimo ricevei l’ultima parte delle osservazioni di Jureto3 sull’Epistole d’Ivone, che mi parvero non solo adatte a rifletter luce sull’autore, ma (ciò che stimo più), a metterci in vista le condizioni della Chiesa a quel tempo. Ma ai romaneschi andranno poco a versi, come quelle che contraddicono alla Storia di Baronio, il quale si predica e crede un quinto evangelista.

Non si meravigli se già dissi che nelle materie


  1. Vedi la nostra nota a pag. 383.
  2. Stampata tra le Opere, ec., in latino, pag. 65.
  3. Francesco Juret, canonico di Langres, nativo di Dijon, fu autore di varie opere, e morì nel 1626.