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362 lettere di fra paolo sarpi.

luogo, che un mio amico mi scrive da un luogo assai prossimo a Giuliers, che le cose delli due principi vanno sminuendo sensibilmente, e aumentandosi quelle di Leopoldo; e mi dice il suo giudizio, che pensa quello Stato dover rimanere infine a lui, senza che si sfoderi spada: mi aggiunge in appresso un discorso di altri, quale egli ha per chimerico, che quell’arciduca, quando avesse un tale Stato, potrebbe aspirare all’imperio più d’ogni altro di sua casa, per esser solo tra tutti loro amato dall’imperatore.

Di Francia intendo, che essendo partiti tutti gli ambasciatori dei pretendenti in Giuliers, chi per andare in Inghilterra, chi in Ispagna e chi per ritorno; hanno portato dalla maestà cristianissima consigli buoni, più che altro. Nessuna altra cosa può far che quella controversia termini in guerra, salvo che se gli Stati avessero sospetta la vicinanza di chi resterà possessore: però non è credibile che soli soli rompano la tregua. Di là, cioè di Francia, intendo una cosa molto piacevole; che un padre Gesuita, chiamato Cardon, ha fatto stampare un libro in Lione, inscritto de rebus Salamonis, e l’ha dedicato al re, e fattovi stampar innanzi un’imagine di sua maestà armata a cavallo.1 Quel libro, il padre Cotone ha presentato al re alla tavola, in presenza di tutta la no-


  1. È uno degli infiniti mezzi di che i Gesuiti si valsero per lusingare la vanità, trascinar nell’amore delle inezie e in tutto corrompere l’uman genere. Basta vedere alcuni tra le migliaia de’ libri corredati di tali futilissime e soprattutto barocchissime immagini o tavole, in quello e nel seguente secolo. Del frate adulatore di questo nome non ci è riuscito il trovare notizie; sì bene di un Orazio Cardon, originario di Lucca e libraio, che, per ispeciali benemerenze, fu fatto nobile da Enrico IV, nel 1605.