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332 lettere di fra paolo sarpi.

cose, non essendovi l’età di consumare il matrimonio, sono poco fondate.

Avvisano da Roma, che l’arciduca Ferdinando abbia ricevuto promessa di aiuti dal re di Spagna, per opporsi, bisognando, alli motivi delli suoi sudditti, che dimandano libertà di religione; e già gli abbi mandato 50,000 ducati, aggiungendo che il papa non gli mancherà di favori e soccorsi. Ma dell’abate Cornaro (contro la mia aspettazione) non hanno detto cosa alcuna, se non che bisogna pensi di star nello stato ecclesiastico. Questa occorrenza sarà la pietra del tocco per esaminare qual sii stato l’accordo fatto tra il pontefice e la Repubblica; e qui ben si verifica che Dio dal male cava bene.

Io temo che sarò noioso a V.E. scrivendole cose di tanto poca sostanza: spero nondimeno insieme, che Ella aggradirà, se non il servizio, almeno il desiderio di servire. E qui facendo fine, le bacio riverentemente la mano.

Venezia, 30 ottobre 1609.




CIII. — Al medesimo.1


Se le mie lettere saranno grate a V.E., questo nascerà senza dubbio dalla connivenza ch’Ella userà scusando le imperfezioni, e riguardando solo al desiderio ch’io ho di servirla, il quale per la sua intenzione supplirà gli altri mancamenti. Da quella di V.E. delli 26 ottobre, veggo che le mie prime sono capitate sicure, sebbene le mandai alla posta


  1. Edita come sopra, pag. 129.