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lettere di fra paolo sarpi. 331

ma si aspetta il cardinal di Clermont, al quale il re ha fatto espresso precetto di non passar per Firenze, per disgusti che la sua maestà ha con quel granduca, perchè non ha servato li termini nel trattare in Francia ed in altre corti con li ministri francesi.

Ho inteso per buona via, che passa trattato di matrimonio tra Borghesi e Aldobrandini nelle persone del figlio del signor Giovan Battista e della sorella del cardinale San Cesareo, ambi non giunti all’età di consumare il matrimonio. Si discende al particolare della dote, che debba essere di 30,000 ducati. Par che vi sii ancora questa difficoltà, perchè gli Aldobrandini vorrebbero sborsarla al tempo della consumazione, e li Borghesi vorrebbero fosse posta in banchi, per guadagnare a favore ed augumento di essa dote. Se questo matrimonio seguirà, sarà principio di qualche cosa nuova; perchè essendo unite due fazioni principali, che comprendono più di due terzi, in loro starà far il papa; ed essendo tra ambe le famiglie cardinali vecchi, uomini e putti, per gradi potranno accomodar molto bene il papato alle loro persone San Giorgio, Aldobrandino, Borghese, San Cesareo.1 Ma tutte queste


  1. I pontefici Clemente VIII ed altri, siccome allora Paolo V, goduto avevano di una copiosa parentela; e tutti erano stati nepotisti, avendo il primo di essi, oltre ai nipoti ex-fratre, voluto ancora sublimare il figliuolo di sua sorella, il cardinal Cintio, di famigerata e non cattiva ricordanza. Nel cardinale Scipione Borghesi era, nei tempi dell’Autor nostro, il centro e il pernio di tutti i negozi, così politici come sacerdotali. Non mancava, perciò, di fondamento il timore che il Sarpi mostra d’aver concepito; vale a dire, che per siffatta successione di zii e di nipoti, e le possibili alleanze dei loro discendenti, l’elezione al papato divenir potesse ben altro che libera, e da ben altro motivata che da soprannaturali ispirazioni.