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lettere di fra paolo sarpi. 297

saprebbe dalle parole di esso indovinare la pratica. Con la pubblicazione del Concilio vennero fuori le lettere di Pio IV, per le quali vietò che alcuna cosa si scrivesse a chiosa od esplicazione del medesimo; e istituì una Congregazione di cardinali, a cui soltanto dava la facoltà di spiegarlo e interpretarlo. Di qui nasce che nè dottori nè giudici osino far parola se insorga quistione sul senso verbale, ma bisogni ricorrere ai cardinali. I quali spiegano a capriccio, e le loro dichiarazioni son presso che tutte contrarie al testo. Così la glossa del Decreto distinguerà, e questo unisce: per quella non si può, per questo non si vuole. E, ciò che dà più maraviglia, le stesse dichiarazioni fanno alle pugna tra loro. Si scusano col dire, che esse non sono generali, ma buone pe’ singoli casi, i quali hanno faccia di somiglianti, ma si differenziano per gli aggiunti; e intanto adattano non mica i costumi al Concilio, ma questo ad essi; e tutto governano non a modo della legge scritta, ma del proprio cervello. Gran segreto delle romane arti fu dar vita a quella Congregazione,1 per la quale incarnano ogni loro idea, e ce la intimano a nome e mente dello stesso Concilio. E se punto punto insorge di difficoltà, non accade che si chiamino dalle provincie persone a cui può stare a cuore il negozio, e se ne ascolti il parere. Ci ha provveduto il Concilio, che nello stabilire in massima la cosa, aggiunge: o in altro qualsivoglia modo che parrà a lui (cioè al pontefice) più espediente: con la qual clausola si piglian giuoco de’ regni e dei re. Perocchè tornerà partito più com-


  1. La troppo celebre Congregazione del Concilio.