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284 lettere di fra paolo sarpi.

libro intendo che dal padre Cottone sia commendato di modestia regia e di buoni fondamenti per sostenere il giuramento di fedeltà. Se quel padre ha tal concetto, non posso non conformarmi a tanta sapienza: perchè li padri Gesuiti non sogliono aver opinioni particolari, ma solo quella di tutta la società. Nell’edizione che venne già un anno, fu osservata la istoria dell’uccisione di Filippo di Svevia imperatore, dove vi fu equivocazione di Ottone che l’uccise e Ottone che gli successe, riputati l’istesso, che furono due;1 e un’altra cosa che adesso non ho memoria: ma nella seconda edizione mi pare che sia corretto. In questa seconda però, V.S. potrà vedere dove nomina la pragmatica di san Luigi di Francia, e dirmi il suo pensiero. Dove il papa è trattato tanto apocalissicamente,2 io vorrei meno, e più regiamente. Nella commedia è più lodata la persona che parla non meglio, ma secondo il decoro.

Delle cose del mondo non so che dire: siamo in una pace universale. Se bene in diversi luoghi li mali umori mostrino di voler intumidirsi, forse tutto terminerà in bene. Li Boemi hanno fatto rumore a giorni passati: adesso par che rallentino. S’intende anco certo moto in Stiria e Carintia per aver li-


  1. L’uccisore fu Ottone di Wittelsbach; il successore, Ottone di Baviera, conte di Poitou.
  2. Si sa che, secondo l’uso migliore, da Apocalissi, non derivasi apocalissico, ma invece apocalittico; raddolciraento di apocaliptico. Ma noi non crediamo queste lettere uscite così com’ora si leggono dalla penna del Sarpi; o tanto almeno corrotte nella stampa ginevrina, da non sapersi citare altro esempio di un abuso sì grande, in tanta e sì deplorabil copia degli abusi di tal fatta.