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274 | lettere di fra paolo sarpi. |
ce. Io feci incontanente il mio potere per appagarla; ma fino a qui indarno, sebbene quattro esemplari ne rintracciassi in questa città presso di proprietari, tanto gelosi guardatori di documenti siffatti, che non se ne vollero per niuna istanza privare. Finalmente mi è riuscito trovar questa copia che le invio, scongiurandole ad accoglierla, a perdonare l’indugio e onorarmi della usata benevolenza.
- Venezia, 7 luglio 1609.
LXXXIII. — Al medesimo.1
A questi due giorni ho aperto e letto in quattro o cinque luoghi l’opuscolo di Barclay, che V. S. m’ha inviato, coll’intendimento di dirgliene qualche cosa, e leggerlo e rileggerlo poi a mio bell’agio. In fatto di conoscenza di leggi e d’istorie, m’è parso che lo scrivente non vada per la maggiore. Ma soprattutto, ho maravigliato il giudizio di lui, che mentre discute i fatti per cavarne il diritto, sì è diligente e dà nel segno, da non sembrare soltanto giureconsulto, ma aggiustato filosofo. E’ ci ha molti fra voi di questa maniera scrittori: i nostri sono plagiari insipienti; contano i suffragi, non li pesano. Se mi vada a sangue il fare di cotesto autore, non accade il dire: lo mostrano le nostre sconciature. E perchè non crederò ch’Ella stessa così la pensi, essendo del numero di coloro che rifuggono dal brutto delitto d’adulazione? Farmi vederle addentro all’animo, e ivi scoprire tutti gli schietti pensamenti. Niuno
- ↑ Edita: come sopra.