Pagina:Sarpi - Lettere, vol.1, Barbèra, 1863.djvu/329


lettere di fra paolo sarpi. 269

mi paiono ottimi: però bisogna aspettare la congiuntura del tempo per usarli; chè fuori della conveniente opportunità, non fanno effetto se non contrario. La scienza dell’opportunità (disse Socrate) è sola degna e sola patrona.1

Io tengo che molte differenze siano pure verbali, e mi eccitano alle volte a ridere; altre potrebbono restar salva la pace, altre con facilità si comporrebbono: ma il tutto è che ambe le parti sono d’accordo in questo, di non volersi comporre e di riputare la dissensione irreconciliabile. Due litiganti mai s’accordano sin che vi è in alcuno d’essi speranza di vincere; ma dove vi è certezza, non bisogna pur nominare l’accordo. Ambe le parti al presente tengono per certo dover restar superiori: una per mezzi divini, l’altra per umani. Per la prima, l’entrar nelli secreti di Dio è cosa molto ardua; e con tutto ciò sostiene che al secondo capo degli Atti apostolici sia vietato il pensarci. Per la seconda, sono troppo fallaci li consigli umani, e poche volte anco riesce quello che i prudentissimi disegnano. Non posso penetrare in modo alcuno il senso di quelli che dicono: — Dio ha predetto e voluto questo; — e tuttavia si faticano acciò non sia. Ma dell’astrologia giudiciaria bisognerebbe parlarne con qualche Romano, essendo quella più in voga nella loro corte, che in questa città. Con tutto che vi concorra ogni abuso, questo mai non ha potuto aver luogo: la vera cosa è, perchè qui2


  1. Non mancherà chi voglia nei nostri giorni opporsi a Socrate e al Sarpi; ma, quanto a noi, preferiamo di starci col Sarpi e con Socrate.
  2. In Venezia; dove pure è notabile il sentir dire dal Sarpi, che aveva luogo “ogni abuso.„