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lettere di fra paolo sarpi. 263

pur bella, rifiutandosi a tenere il monastero incommendato ad un nobile, come la Curia pretende, e volendo si lasci al tutto alla congregazione di Camaldoli. Aspetto dalla S.V. eccellentissima un legal parere intorno alla quistione. Ecco la storia del fatto.

L’anno di fondazione del monastero è il 994. L’ordine Camaldolense ebbe vita nel 1012. Per che modo i religiosi di quel convento addivennero Camaldolensi, non si sa: il certo si è che, nel 1258, Alessandro IV soggettò tutti i monasteri di quell’Ordine al priore dell’eremo di Camaldoli per una bolla che si conserva anc’oggi, in cui son nominati tutti i monasteri, e segnatamente quello di Vangadizza. A forma dei regolari statuti, vissero i monaci coll’abate eletto dal capitolo e raffermato dal priore dell’eremo fin presso al 1400, quando allora s’incommendò per la prima volta. E andò sempre fino ad oggi soggetto a commenda; ma nelle bolle fu ricordato di continuo il monastero dei Camaldolensi. Il 1513, Leone X creò la congregazione di quell’Ordine, detta dell’Eremo e di San Michele, alla quale unì diciassette conventi della stessa famiglia, e di cui alcuni si tenevano allora in commenda, altri in titolo; decretando però, che alla prima vacanza per renunzia o per morte, s’avessero subito per uniti alla congregazione; e se superiori vi si stabilissero, durassero non a perpetuità, ma un triennio. E si fa special menzione dei monasteri, e di questo pure. Fassi l’aggregazione, e la congregazione già ottiene i diciassette monasteri. Aggiunge papa Leone, che, vacando, s’uniscano effettualmente gli altri conventi alla congregazione medesima. Dal 1513 ad oggi, il nostro monastero vacò due volte per morte o resi-