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lettere di fra paolo sarpi. 261

LXXVIII. — A Filippo Duplessis Mornay.1


Signor mio. Mi rincresce assaissimo di non aver avuto materia da scriverle prima d’ora sull’affare che l’è noto. Ciò non è da me proceduto, non avendo io mancato di spingere la ruota. Spero ch’Ella potrà quanto prima vederne qualche buon resultato; e che, almeno, Sua Altezza voglia mandarvi qualche persona in suo nome; tanto più che taluni tra i nostri ubiquitari ne fanno difficoltà, recando a caso di coscienza l’avvantaggiare una Religione ch’essi hanno in dispetto più del papismo medesimo, per via di un principe che tanto in passato vi si era opposto. Ma questo rimanga tra la S.V. e me; chè dei particolari di tal sorta non ho mai scritto a verun altro. Se non fosse che mi vedo costretto a fare un viaggio in Olanda, vi anderei da me stesso ec.

Del 22 giugno 1609.




LXXIX. — A Giacomo Leschassier.2


Molti riflessi oggi c’invitano, eccellentissimo Signore, ed anche sforzano ad applicar l’animo alle materie beneficiarie: di qui, infatti, piglian cuore i romaneschi a dominarci e dividerci. Se potessimo imitar voi, o almeno gli Spagnuoli, ci tratterebbero bene;


  1. Edita, in lingua francese, nella Corrispondenza già citata alle Lettere XLII, LIX ec., e avente la indicazione: De M. Carl. Paul.
  2. Tra le pubblicate in latino, nelle Opere, ec., pag. 56.