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xxiv fra paolo sarpi.

pubbliche cattoliche della Svizzera; e penetravano anche in Costantinopoli, quantunque i Turchi minacciassero d’impalarli; e pur che il Sultano avesse fatto le loro vendette contro ai signori Veneziani, era caso che l’appaiassero col re cattolico. Il re cattolico e il papa volevansi dai Gesuiti, per esser signori di tutto sotto l’ombra del re cattolico e del papa. Dov’essi non giungevano, avevano in pronto i Cappuccini1 e i Somaschi ed altre siffatte congregazioni, e i sicarii crocesegnati rimettevano a nuovo. Di tutte queste cose sono documenti irrecusabili nelle Lettere del Sarpi, e di molte altre; ma vogliamo aggiungervi in testimonio un luogo del Boccalini, ch’ebbe, povero e oscuro vivendosi in Roma, l’ardimento di far con la penna guerra alla Spagna e constatarne la decadenza: «Vediamo, egli scrive, una mano di religiosi claustrali, che oggidì si vantano di essere stati suscitati da Dio per opporsi all’eresie de’ nostri tempi, servendo agli umori e ai pensieri mascherati di religione di questo cattolico Nembrot. Si sono primieramente arricchiti e fattisi padroni di molte nobilissime entrate, con le quali erigendo templi e monasteri, e convocando a sè con mille invenzioni in apparenza sante i poveri popoli, si sono fatti tiranni spirituali delle anime, de’ corpi e della roba loro. Questi, introdottisi per servire a Dio, hanno in un tempo stesso e molto meglio servito al re di Spagna, trattando successione de’ regni e imperi, paci, guerre,


  1. Vedi Schiller, Storia della guerra de’ trent’anni.