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252 lettere di fra paolo sarpi.

cipi Germani; poichè due principali case vi hanno competenza. Si vede che non è anco il tempo del beneplacito divino per dar il colpo alla tirannide.

Il pericolo che la città di Ginevra ha fuggito, è stato molto grande. Non so se verranno perciò impediti altri trattati.1 Il re di Francia ha gran ragione di non porger orecchi ad ogni persona, poichè dall’un canto viene trattato con lui, e dall’altro macchinatogli sì fattamente contro: perchè l’andar Ginevra sotto alcun principe, stimo cosa di molto pregiudicio agl’interessi del re.

Dio voglia che questa pace generale non termini in una generale guerra. Veggo gran differenze tra quelli che altre volte erano unitissimi; e tutto si cuopre con la maschera della Religione; opera che provoca tanto maggiormente l’ira divina. In altri secoli la ipocrisia ha avuto qualche corso; ma in questo ella domina sola, esclusa ogni vera pietà.2 Dio ci abbia misericordia!

Non debbo attediar più V.S. Il padre Fulgenzio, il signor Molino, e io principalmente, li baciamo la mano.

Di Venezia, li 26 maggio 1609.




  1. È noto con quanti e ostinatissimi artifizii i duchi di Savoia tentassero di sottomettere la libera città di Ginevra; e la tanto famosa sorpresa e scalata ad essa data inutilmente nella notte del 22 dicembre 1602. Ma qui sembra alludersi ad altri e più recenti pericoli diplomatici.
  2. Ora, che dire del tempo nostro, in cui della religione non si ha cura alcuna, e solo si combatte pei beni materiali che, in nome di quella, voglionsi conservare?