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248 lettere di fra paolo sarpi.

chè non ebbe mai lettere allora. La macchinazione posta a segno contro la mia vita non è stata tanto di stima, quanto la fama porta; imperocchè, sebbene gli autori avevano deliberato risolutamente d’eseguirla, ebbero però incontro di molti impedimenti nell’effettuarla. Certo è che tutto è soggetto alla disposizione divina: sotto la quale anco sta se noi avremo la pace che pare mostrarsi, oppure la guerra. Di Germania non sentiamo maggiori turbolenze che prima, e le convenzioni di Matthias ed i popoli d’Austria sono più interpretate, che osservate. Si scrittura da ambe le parti, e si passa in querimonie.

I libri del signor Gillot e Bochelle1 non sono ancora giunti: li aspetto con desiderio. Mi sono rallegrato vedendo il catalogo di Francfort, dove quello del signor Bochelle è registrato in maniera, che bisogna sia comparso in quella fiera e distribuito. Qui s’aspetta un’opera del re d’Inghilterra, la quale darà, senza dubbio, molto da dire alle locuste ed al loro capitano.2 Siamo in mala occasione di tempi, attendendo a parlare quelli che potrebbono e dovrebbono far i fatti. V.S. mi ha fatto un gran favore partecipandomi il ragionamento fatto da lei con il signor di Biscace, e narrandomi le sue eccellenti qualità. Dubito che saremo fatti degni d’un soggetto così qualificato, perchè vedo che la parte delle locuste domina, se Dio non apre gli occhi ai ciechi volontari.


  1. L’edizione di Capolago ha qui, e poco appresso, Rochelle; ma noi crediamo parlarsi di quello scrittore medesimo del quale si è detto alla pag. 245, e che altri scrivono Bochel (Lorenzo) o Bouchel.
  2. “Il partito gesuitico e il papa.„ (Bianchi-Giovini.)