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226 lettere di fra paolo sarpi.

quella ignoranza che vuol rimettersi al saper altrui, e non intendere il suo dovere. Non si può offendere li Gesuiti più mortalmente; i quali non hanno altro fondamento che la pubblica ignoranza.

Intorno quel che V.S. mi dimanda della mitra, le posso parlar con certezza. Porta il pontefice romano due mitre: una con le due punte, in tutto simile a quelle de’ vescovi, e di questa sola usa nelle messe e altri uffici divini; l’altra, tonda con le tre corone, come V.S. ne avrà veduto il ritratto. Questa porta nelle processioni fuori della chiesa, ma non mai nelli uffici divini: quella è antica, come a V.S. è noto; questa non eccede trecento anni. Io sono stato in sacrestia del pontefice più e più volte, ed ho avuto in mano tutte le mitre e tutti li regna mundi; chè con questo nome chiamano quelle tonde,1 restando il nome di mitra alle cornute solamente. E avverto V.S., che non vi è lettera di sorte alcuna: certamente chi lo dice non l’ha veduta.

L’ufficio che vien fatto col signor Casaubono mi pare appunto quello che fece la volpe d’Esopo con le altre, dopo aver perduto la coda alla trappola. La tregua delli Stati, finalmente, ci ha liberati della pena che l’aspettazione porta seco. Io non so dove la potenza spagnuola si volterà: non son lontano da credere che quella nazione pensa far meglio il proprio profitto con una pace totale. Vero è che Dio compone spesso le cose contro il disegno degli uomini. Sia fatta la sua santa volontà!


  1. Per segno di gran modestia! Del resto, ognun sa che volgarmente chiamasi il triregno; nè vogliamo qui dire come quel tri venga interpretato dai poco riverenti, ed in ispecie dai protestanti.