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188 lettere di fra paolo sarpi.

tenente, Ilishaschy, uomo di valore eccellente, il quale governa affatto come re; sì che a Matthias resta il nome regio e quaranta mila fiorini. Egli al presente s’affatica che la Boemia si ribelli all’imperatore; e questo adopererà che la Moravia e Austria (quella mezza, però, che tiene) si ribelli a lui. Le cose sono piene di confusione.

Il Padre Fulgenzio e il signor Molino salutano Vostra Signoria, e io le bacio la mano.

Venezia, 20 gennaio 1609.




LIV. — (Mancante di direzione).1


Io ricevo dalle lettere di V. S. non solo gusto, ma frutto ancora; perchè le cose che succedono in cotesto nobilissimo regno e in cotesta gran città, sono degne d’esser ricevute per istruzione d’ognuno.

Certo di due cose son restato con molta ammirazione: l’una della morte di quel misero;2 l’altra dell’orazione fatta per il Duca di Nevers, così abietta. Vero è che questa orazione mi scioglie assai facilmente il primo dubbio; perchè dicendosi in essa che il Papa è vergine, era ben onesto che si mantenesse con una mentita contro chi lo negava. Ho veduto li elogi fatti, o più tosto epicedi, e sono ingegnosi: però Pasquino, se bene statua marmorea, ha esso ancora bevuto della tazza apocaliptica, nè


  1. Stampata come sopra, a pag. 592. Chi attentamente legga, vi troverà indizi non pochi per crederla diretta al Castrino.
  2. Si allude forse a quel Bartolommeo Borghese, di cui è menzione compassionevole anche nella LII ed in altre Lettere.