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184 lettere di fra paolo sarpi.

poichè ha provveduto dell’Elia Assenmullero per via di Parigi e per Basilea; onde facilmente potrebbono venir ambidue. Il che se sarà, avrò duplicato obbligo a lei, dalla quale ricevo tutti i favori; e non reputo di poca stima l’avermi fatto conoscere il signor Castrino, il quale mi scrive di molti buoni e utili avvisi delle cose che sono giudicate in Parlamento, e altre tali che servono assai alle cose.

Qui (sebbene a tutti non è manifesto il come) i buoni padri Gesuiti adoperano il re Cristianissimo col papa, acciò non comporti che il re di Spagna violi i loro istituti, dando vescovadi alli loro compagni. E queste arti non saranno conosciute in cotesto regno, ma saranno credute? Io terrei li Francesi per li più semplici uomini del mondo, quando riputassero che fosse distinzione alcuna tra lo Spagnuolo e il Gesuita, e quando credessero che vi potesse nascer divisione. Sono queste tutte finzioni per insinuarsi, impadronirsi e far meglio il fatto dello Spagnuolo, occultando la stretta intelligenza con lui, e mostrando disgusti e fingendosi confidenti delli Fior di gigli.1

Non dubito che non siino a parte nel maneggio delle corruzioni e finte dolcezze che si usano inverso gli uomini da bene: non però posso credere che il fine loro, e del nuncio e delli Spagnuoli, sia l’istesso con quello del re. Ho memoria, già sono venti mesi, che si disse che il cardinale du Perron doveva da Roma andar in Francia, chiamato dal re sotto pretesto di veder la chiesa de Sens conferitagli nuova-


  1. Poeticamente, fiordalisi o gigli d’oro. Pei quali ognuno intende la monarchia francese.