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xvi fra paolo sarpi.

dopo sino all’età nostra, hanno dichiarato che Martino fu uno dei mezzi, e che le cause furono altre più potenti e recondite.1» Per vedere quanta filosofia provi un siffatto pacato giudicio, ricordiamoci chi e qual uomo fosse Lutero, non paragonabile per avventura che con Maometto. Allah e la Grazia sono assai più che una speculazione dell’intelletto. Essi erano penetrati del sentimento d’Iddio onnipotente e dell’azione redentrice d’Iddio sull’uomo. La loro parola era potente come l’entusiasmo dell’animo loro. I seguaci e gli avversari erano addotti a credere che fossero rotte le leggi delle vicissitudini storiche da una volontà personale più forte di quelle, e da cui avesse inizio un fatto essenzialmente nuovo. Per trovare chi ne parlasse come il Sarpi, è d’uopo venire insino ai nostri giorni; e qual canone di prudenza politica e sociale ei ne traesse, vedremo tra poco. Lo studio del Sarpi nel narrare diligentemente i particolari e mettere a nudo le altrui malizie, non dee farlo giudicare maligno a chi ha fior di senno, ma a suo potere veridico ed esatto. Esso candidamente e crede e loda le buone qualità ove gli vien fatto trovarle; quando un altro solennissimo storico e narratore minuto di particolarità, il Guicciardino, non loda mai nessuno de’ principali personaggi dell’epoca per bontà d’animo o per eroica virtù di sacrifizio. La brutta e dolorosa dottrina di Elvezio, dice il


  1. Storia del Concilio.