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lettere di fra paolo sarpi. 167

da sapersi non per scrittori, ma per gli atti di quel re, che si conservano (credo io) nella Camera dei conti di Parigi.

Quanto all’assemblea che sarà stata tenuta, m’immagino che sarà riuscita con qualche diminuzione di bene. Però, in questo tempo, quello guadagna che discapita poco. Mi sarà grato sapere la risoluzione, sia qualsivoglia.

Scrivo qualche cosa di nuovo a monsieur Castrino, che la comunicherà a V.S. Alla quale non voglio più essere noioso con la lungezza di questa, ma farò fine, baciandoli reverentemente la mano. Li signori Malipiero e Molino le rendono infiniti saluti, e monsieur1 Fulgenzio parimente.

Quando piacerà a V.S. inviare alcuna cosa per Bergamo, per far la cosa con più sicurezza, potrà coprire il pacchetto con una soprascritta Al Clarissimo signor Domenico Molino in Venezia, e sopra quello All’Illustrissimo signor Capitaneo di Bergamo, in Bergamo.

Di Venezia. 11 dicembre 1608.




XLVII. — Al medesimo.2


Sebbene ero quasi risoluto di non molestare V.S. con mie lettere per questo spaccio, il gusto però che


    tempi bastava a correggere i gravi errori che erano corsi in questo paragrafo nella prima edizione; e tra gli altri: Giovanna che vendè Napoli; il testamento del successo; ec.

  1. Così qui detto per celia, e forse per contraffare un titolo usato da’ corrispondenti francesi.
  2. Stampata: come sopra.