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lettere di fra paolo sarpi. 133

augumento d’ogni sua santa grazia, le bacio la mano.

Di Venezia, il 13 ottobre 1608.




XXXIX. — A Giacomo Leschassier.1


Veggo che ogni giorno aumenta il nostro debito verso la S.V. eccellentissima, per la tanta diligenza e fedeltà colla quale essa vigila sui nostri interessi. Certamente la immissione al possesso dei beneficii da parte del principe, è la via di acquistare o, meglio, di ricuperare quel che era stato dagli stranieri usurpato con arti non buone, avvegnachè sotto colore di pietà.

Quello di che io aveva scritto a V.S., che, cioè, i ministri del principe decidono le cause di coloro de’ quali l’uno abbia ottenuto dal principe le patenti del possesso, e l’altro sia stato trovato in possesso, non succede raramente; in ispecie quando nella Curia romana si spediscono bolle in favore di due persone (il che qualche volta accade); o quando sotto il pretesto di qualche pena di privazione incorsa ipso jure dal beneficiario, s’impetra da un altro il benefizio; o ancora per altre cause. E quantunque questa specie di dominio non sia molto estesa in Italia, nonostante io non credo che l’anno passi senza qualche controversia di tal sorta.

Le patenti del possesso vengono trasmesse in lingua latina, poichè vige ancora in Italia l’uso di


  1. Edita in latino (Vedi la prec. XXXVI ec.), pag. 41.