Pagina:Sarpi - Lettere, vol.1, Barbèra, 1863.djvu/187


lettere di fra paolo sarpi. 127

ben lungo, i più spendevano la vita nella contemplazione della Divinità e degli Angioli. Istituite adesso in ciascheduna città, per decreto del Concilio Tridentino, le scuole che son chiamate Seminari, l’educazione ha il pubblico fine di accrescere l’autorità ecclesiastica.1 Arroge che i prelati, e per fare risparmio di spese e per darsi apparenza di zelanti, ne commisero ai Gesuiti la cura; e di qui è venuto un grandissimo cambiamento di cose. In questa città i Gesuiti non hanno mai voluto il pensiero del Seminario; ma operarono che venisse affidato ai Somaschi, i quali sono un nuovo ordine di regolari, non differenti nell’abito dai Gesuiti.

V.S. eccellentissima avverte con acutissima sagacia (e qui ha indovinato tutto l’animo mio), che non si devono scrivere molte leggi, le quali sempre nuocono; ma invece devono introdursi nei costumi, al modo che praticavasi dagli Spartani. Saggiamente Ella dice che le molte parole non giovano; che la pratica è invece utilissima; che la dissertazione e la disputa pregiudicano: e questo è ciò che da tre anni ho sempre creduto e predicato.

Tutta la controversia della curia romana con questa Repubblica è nata dall’aver essa voluto scrivere quelle leggi che, sebbene non siano scritte, nullostante si osservano nelle costumanze delle altre regioni d’Italia. In Toscana gli ecclesiastici non possono acquistar nulla di beni immobili; e non già perchè lo proibisca alcuna legge, ma perchè il


  1. Questi brevi cenni, e come faville del genio, sopr’una materia di grandissima importanza, a noi sembrano degne di particolare osservazione.