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lettere di fra paolo sarpi. 103

flemmatica sopportandola. Ma se offerse di far maritaggi con quelle condizioni che vuole il re, mi paiono come quando dissero di voler la pace con li Olandesi con le condizioni che volevano essi, terminando poi il negoziato a voler tutto a suo gusto proprio.

Mi è stato molto grato il libretto di D’Angelo per la sua antichità. Credeva che padre Massono fosse morto: desidero sapere d’onde egli abbia tanti libri che dà fuori, e avere un poco di relazione delle vere qualità di questo valent’uomo, perchè alla fama che viene di lontano, non soglio prestar molta fede. Quelle lettere1 e l’amicizia di Baronio sono un pregiudicio appresso di me di gran momento.

Io saprei volentieri se il parlamento di Provenza tiene alcuna giurisdizione sopra Avignone e sopra il contado Venosino, e se il re in quei luoghi ha alcuna recognizione o superiorità. Non posso intendere in che modo sii passato il contratto tra il papa e la regina di Napoli, che la maestà regia sii stata esclusa. So che li Angioini acquistarono la Provenza per un matrimonio di Spagna; ma mi persuado (non so se m’inganno) che anco li Spagnuoli tenessero la Provenza con soggezione alla corona di Francia.

Il padre cappuccino di Gioiosa è tenuto qua, non so se per bene o per male, e ritorna, per quanto intendo, costà. Sopra il Concilio battono tanto li ecclesiastici, che dubito non ottengano una volta. Il clero


  1. Queste allusioni sembrano riferibili al dotto francese Giovanni Papirio Masson (morto nel 1611), e che avea dato in luce le lettere del monaco Gilberto, ossia papa Silvestro II.