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100 lettere di fra paolo sarpi.


La torre che V.S. spera dover veder cadere, non mi par combattuta per buon modo. Se gli tirano li colpi troppo di lontano e giungono a lei deboli. Ci vorrebbe un’altra torre che si levasse vicina, la quale non sarebbe difficile fondarla e ridurla in alto, quando li operatori, che da lontano vanamente si faticano, pensassero di accostarvisi. Ma queste cose si debbono rimettere a Dio, senza il cui aiuto ogni nostro sforzo è inutile.

Delli Gesuiti ho sempre ammirato la politica, e le massime nel serbare li secreti. Gran cosa è che hanno le loro constituzioni stampate, nè però è possibile vederne un esemplare. Non dico le regole, che sono stampate in Lione (quelle sono puerilità); ma le leggi del loro governo, che tengono arcane.1 Sono mandati fuori e escono della loro Compagnia ogni giorno molti, e mal sodisfatti ancora; nè per questo sono scoperti li loro artificii.

Ho veduto e ho appresso di me, nelle ricerche di Pasquier, le arringhe fatte da lui dal 1564; ma quelle sono troppo vicine al principio della società: altri e maggior misteri hanno in questi tempi. Non vi sono altrettante persone nel mondo, che conspirino tutte in un fine, che siino maneggiate con tanta accuratezza, e usino tanto ardire e zelo nell’operare. Io crederei che fosse un grande acquisto il poter penetrar nel secreto del loro governo, e scoprire le loro arti e tratti politici, per potersegli opporre. Il tentativo al quale V.S. intende di ac-


  1. Ciò valga a mettere in guardia quelli che troppo leggermente credono di conoscere e di possedere le vere Costituzioni Secreta Monita della compagnia di Gesù.