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lettere di fra paolo sarpi. 95


Quello però che non dobbiamo postergare, si è la censura di questi canoni, per determinare con certezza se sono legittimi o suppositizi; perciocchè su questo cardine si aggira un circolo importantissimo. Io propendo pel sentimento di V.S., ma fo ricerca di prove maggiori. Tutto questo non ho scritto per non ristarmi d’importunare V.S. di frequente sopra uno stesso oggetto, ma per estorcere da Lei lettere più lunghe; dalle quali ritraggo ubertosi frutti di scienza, e le avvertenze per ritornarci in libertà: del che fo stima maggiore. Stia sana, Signor mio eccellentissimo: saluti il signor Casaubono, e m’abbia per suo osservantissimo.

Venezia, 26 agosto, 1608.




XXIX. — Al signor De l’Isle Groslot.1


Io non credo che sii andata in sinistro alcuna delle lettere di V.S. nè delle mie. Con tutto ciò, per ogni buon rispetto, ad uso delli mercanti, per l’avvenire farò menzione dell’ultima mia, e della ricevuta della sua.

L’ultima mia fu col corriere, che partì il 5 del presente; e quella di V.S., a cui oggi rispondo, è delli 28 luglio: dalla quale io veggo ch’ella ci reputa quelli ch’eravamo quando venne qua; ma a guisa della luna, abbiamo fatto gran mutazione: dormono quelli che vegliavano, e reputandosi posti in sicuro, trascurano ogni cosa. Nissuno ha cura


  1. Tra le stampate in Ginevra (1673), pag. 53.