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88 | lettere di fra paolo sarpi. |
Ho ricevuto il libro, e quantunque sia difettoso di alquanti fogli, avrà padrone che se ne servirà a pubblico benefizio. Mi piacerà poi molto se monsignor Casaubono finirà l’opera delle libertà ecclesiastiche, ma più se v’entrerà buona occasione nel darla fuori, come forse spero. Ma che gliene pare del nostro fra Fulgenzio minorita,1 che se n’è andato a Roma con molte dobble? Crederà aver fatto un nobile acquisto, e lo magnificherà; ma l’evento mostrerà che forse hanno fatto bene per noi, e non per sè.
Dell’armata siamo in dubbio quello che sarà. Io credo bene che, in fine, terminerà in niente: con tutto ciò bisogna aver travaglio. Veggo che costì si tiene che sia per andar in Ponente; ma io sono di parer contrario, e credo in Levante. Certo è che i due vascelli dove sono le armi e gli stromenti da fabbricare, si trovano in Palermo, che non è via per Ponente.
Il Priuli, suo predecessore, ha fatto la relazione, qual’è piaciuta alla piazza. È passata una voce che sia morto il re di Polonia, ma non si sa ancora l’autore, e non si crede...
- Di Venezia, il 26 agosto 1608.
- ↑ Diverso dal Micanzio servita e fedelissimo amico del Sarpi. De’ casi di questo Fulgenzio, cordeliere o francescano, si ha nelle seguenti Lettere un’istoria pressochè compiuta.