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78 lettere di fra paolo sarpi.


Credo che scrivessi a V. S. per l’altra mia la relazione di una superba inscrizione, per mostrar ben adempite le profezie. Sopra quelle il Menino1 fece l’epigramma primo che V. S. vederà qui allegato, mettendoci le parole sue formali. A mia instanza ha mutato il modo, e ridottolo nella seconda forma. Li mando ambidue;2 ma vorrebbe le cose precisamente conformi al disegno, e che non passassero.

Sollecita e preme molto che il signor Casaubono dia fine all’opera della libertà; ma io dirò che bisogna appresso far luogo che possi esser letta: il che sopra tutto importa. Mi vien detto e scritto ancora, che monsignor Pithou abbia scritto un molto bel trattato per occasione delle nostre controversie.3 Se V. S. potesse vederne la superficie e darmi avviso dell’argomento, scrivendomi una idea generale del trattato, io lo riceverei a favore. Il signor Malipiero e il padre Fulgenzio li rendono saluti innumerabili, e io le bacio la mano, pregando Dio che mi dia modo di poterla servire.

Di Venezia, li 22 luglio 1608.




  1. Reputato professore di leggi nell’Università di Padova.
  2. Nella vecchia stampa sono qui alcuni puntolini e due asterischi, quasi a tener luogo dei due citati epigrammi, che non si trovano in verun modo accompagnati a questa Lettera.
  3. Non propriamente “per occasione,„ ma da poter servire a quella occasione, se parlasi del celebre giureconsulto Pietro Pithou, il quale era morto nel 1595, ed avea composto un Trattato delle libertà della Chiesa gallicana, di cui dicono che servisse di fondamento a tutto ciò che dagli altri fu scritto dopo di lui. Stavasi, bensì, allora facendo in Parigi una raccolta de’ suoi opuscoli, che venne a luce nel 1609.