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72 | lettere di fra paolo sarpi. |
talento. Ma la pregherò di considerare, che in considerazione molte cose sono da noi chiamate buone, che nell’esecuzione sono cattive, mancandoci l’opportunità, la quale sola produce la vera bontà nell’azioni. Sarebbe molto bene l’adoperarsi in servizio di Dio senza nissun rispetto, se tutte le circonstanzie vi consentissero: ma questo fatto senza opportunità, non sarà degno di nome di bene; anzi potrebbe esser d’impedimento a quello che nei tempi futuri, fatto opportunamente, potesse partorir qualche buon effetto.
L’armonico celeste del Vieta, io vado credendo che sia una dottrina delli signi, nella quale so che quel gentiluomo valeva sopra modo: onde lo desidero con grande espettazione. E quando non eccedi la grandezza delli pacchetti soliti esser portati da’ corrieri, il signor ambasciatore mi farà la grazia di mandarlo: quando fusse troppo grande, si può mandar per qualunque via, poichè non averà impedimento. Ma per mandare altre sorte di libri, credo la via proposta da monsignor Dollot esser la migliore; purchè in Zurich, ovvero in Coira, o in qualche luogo di Valtellina ci fosse qualche persona che li tenesse fino all’occasione di portatore aspettato, che li portasse seco in Bergamo. V. S. non potrebbe credere l’esquisita diligenza che vien fatta da un anno in qua, acciò non venga in questa città alcun buon libro. Prima, vi sono spie in tutti li luoghi di dove possono partire; poi, in Inspruch e in Trento, si fanno cerche esquisite. Dal canto dei Grigioni le diligenze delle spie sono maggiori, e in ciascuna città di questo Stato viene usata una straordinaria diligenza. Io vado dubitando che