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fra paolo sarpi. | v |
che in esse non è niuna traccia di opinione dogmatica ereticale, ove non si volesse dare per calvinistica la sua fiducia e rassegnazione ai voleri d’Iddio, il che sarebbe po’ poi una sottigliezza da inquisitore; e l’espressioni del Sarpi hanno riscontro in quelle di tutti gli uomini pii daddovero, e sono anzi antropomorfitiche più di quello che non parrebbe dovere uscir dalla bocca di un sommo filosofo e matematico: il che prova che la sua pietà sorgeva dal cuore. Quanto alla sapienza de’ suoi concetti su la Chiesa, il papato e gli affari, ne verremo in appresso più largamente parlando.
II.
Machiavello è scrittore pieno di vigoría e di senso; nelle sue parole gravi ed eloquenti scorre la vita; par di udire le sentenze di un antico Romano, sdegnoso di esser nato in una generazione troppo minore all’animo suo: Sarpi è pieno di precisione e di aggiustatezza senz’arte; o l’arte non pare, perchè altro non è che lo studio di pensare e parlare ordinato, chiaro, distinto. Il Sarpi ha lo stile matematico: rarissimo pregio, e che non trovi che in pochi straordinari ingegni, come Giulio Cesare e Biagio Pascal. Lo stile matematico tanto si differenzia dallo stile ornato, dove l’immaginazione aiuta l’intendimento; quanto è lontano dallo stile scarno e povero, che dà l’astratto, ma non può informare di vita e di movimento dialettico il concreto, e quando rac-
Sarpi. | a |