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58 | lettere di fra paolo sarpi. |
sona in mano del Signore. Sì che l’esempio di Scevola non sarà unico. Io non farei termine di scrivere, quando non avessi riguardo che troppo le son stato importuno: con che farò fine, pregando Dio Signore, che doni a V. S. il colmo delle sue grazie.
- Di Venezia, il primo d’aprile 1608.
XIX. — A un Rossi o Roux.1
Finalmente, dopo tante dilazioni e circuiti, sono capitati i libri. Ho dato a legare quello del signor Rochelle per divorarlo. Veggo ch’è una raccolta così compita, che v’è cibo per ogni complessione. Mi sono messo immediate sopra le arringhe del signor Servino;2 e la prima datami in mano, e sopra la quale sono, è quella del Breviario di Anjou, nella quale veggo cosa che non avrei creduto, cioè l’autorità del papa in Francia essere quanta al re piace; e mi meraviglio perchè non gli piaccia meno. Prego V. S. che si degni di ringraziare ambedue questi signori per mio nome affettuosamente della grazia e favore fattomi in parteciparmi le loro degne fatiche; e quando avrò letto parte di quelle, ed abbia alcun particolare da mettere per materia della lettera, con tal occasione farò loro un altro rendimento di grazie.
- ↑ Tra le edite in Capolago (1847). Il Bianchi-Giovini, suppone questo nome di Rossi o Roux accattato a fine di precauzione, e forse per coprir quello del calvinista francese Castrino.
- ↑ Luigi Servin, avvocato generale nel Parlamento di Parigi, fu autore di orazioni forensi e di arringhe, che goderono a’ suoi giorni un’assai grande celebrità.