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54 lettere di fra paolo sarpi.

cinto all’impresa. I Gesuiti, indagatori sottilissimi, ben conoscendo quanto importasse che segreti di tal natura non si divulgassero, e a tale effetto valendosi d’ogni artifizio e minacciando persino l’eterna dannazione, rapirono di mano a chi in Venezia li possedeva i documenti tutti che poterono subodorarvi; e così ben pochi ce ne sono rimasti, tuttochè i superstiti sieno pure di tal sorta, che di molta luce rischiarano lo spazio decorso dalla convocazione fatta da Pio IV insino alla fine. Pei tempi anteriori, ben poco io possiedo, e mi accorgo come da codeste parti se ne rinvenga anche meno: e tuttavia di questi io fo maggior caso, perchè ne’ giorni di Paolo e di Giulio vi furono trattate cose che, oltre all’importanza lor propria, sono come il fondamento delle altre. È come base di tutto il Concilio la Sessione IV, alla quale è indubitato che ventinove vescovi ed anche tre abati intervenissero. Oh se potessero vedersi le cose che già si fecero sparire!

Nella Epistola al signor Lisléo, data il 28 giugno 1562, si fa ricordo di una prolissa e libera orazione dei Legati di Baviera. Io possiedo un esemplare perfetto della stampa fattane a quei giorni a Ripa; e se la S. V. non l’ha e desiderasse d’averla, la invierò prontamente. La lettura che ne feci, mi trasse a considerare la virtù e costanza del Ferrerio:1 onde poi nacquemi il desiderio di ricercare se nelle mie schede si trovasse menzione alcuna di un tanto uomo; e trovai diffatti una certa lettera dalla


  1. Arnaldo Ferrier, ambasciatore di Francia al Concilio di Trento. Intorno a lui può vedersi la Storia del Concilio scritta dal nostro A., in ispecie nei libri VII e VIII.