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lettere di fra paolo sarpi. 49

è ordinato sacerdote e fatto protonotario, sicchè andrà a Roma, non per essere esaminato, ma per le cose che restano. Si disse che sarebbe partito di qua fatta l’Annunziazione, per celebrare i giorni santi di Pasqua a Loreto, con molto piacere de’ padri Gesuiti, che aspettavano di riceverlo e regalarlo spiritualmente. Adesso si dice che partirà di qua dopo Pasqua, nè si fermerà in quel luogo.1

Il signor Nicolò Contarini, a cui comunicai la suddetta lettera di V. E., restò con molto contento degli onori ricevuti da lei in Nivers; ed avrebbe voluto vi fosse stato il duca, come principe d’origine italiano, per vedere come avesse passato con confidenza: ma avrà alla corte molte occasioni di trattare.

Per venire all’ultima sua del 12 di febbraro (poichè l’altra del dì 30 non ha particolari che voglian risposta), mi occorre avvisarla che l’ambasciatore inglese a Venezia disse, che avrebbe risposto per mano del corrispondente suo, acciò con quell’occasione potesse fare l’ufficio. Io credo che il re d’Inghilterra sia mal servito, e che non solo i ministri, ma molti dei suoi intimi s’intendano con Spagna. Questo importerebbe a noi assai poco: peggio è che anche Francia è soggetta allo stesso male, essendo Villeroi ed i dipendenti suoi macchiati della stessa pece. Sciampignì non parla mai (con proposito e senza ancora), che non è poco a star bene col papa


  1. A comporre un’antica contesa che la Repubblica aveva con Roma circa i privilegi del suo patriarca, era stato di recente convenuto con Paolo V, che il patriarca novello farebbe il viaggio di Roma per mèra formalità. Vuolsi però che il papa, abusando la pubblica fede, sottoponesse quel prelato ad esame e gli desse per esaminatore un gesuita: di che il Senato ebbe gravemente a querelarsi.
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