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48 | lettere di fra paolo sarpi. |
XVI. — Ad Antonio Foscarini.1
L’eccessivo freddo che mi ha tenuto agghiacciato il corpo e lo spirito, non mi ha nociuto tanto, quanto mi ha apportato noia l’apprensione degli incomodi ne’ quali io considerava trovarsi V. E. nel viaggio; chè tengo ben fermo che non andò, già cent’anni, ambasciadore in Francia con tanti patimenti. Ora sia ringraziata la Maestà Divina, ch’è stata guida a V. E., e l’ha condotta in porto con sanità. Le sue lettere de’ 17 e 30 di gennaro, alle quali sono ancora debitore di risposta, mi hanno assai turbato, vedendola ancora assediata dai ghiacci: ma l’ultima del 12 di febbraro mi ha ristorato, portandomi l’avviso dell’arrivo; imperocchè della posta rimanente non tengo alcun conto.
Per incominciar la risposta dalla prima di gennaro, io non mi meraviglio che in Francia corra voce di rottura, perchè in Italia passa lo stesso romore, ed in Venezia particolarmente si tiene per cosa certa, credo, perchè gli uomini reputano vero quello che desiderano: ma occasione non c’è. Quello che pareva al mondo difficile da risolvere, è in tutto composto; il negozio cioè del patriarca: il quale già
- ↑ Stampata tra le Scelte Lettere inedite di Fra Paolo Sarpi, date in luce per cura di A. Bianchi-Giovini (Capolago 1847). L’editore di queste Lettere stimò bene di rammentarci che quest’Antonio Foscarini, allora eletto ambasciatore alla Corte di Francia, “è quel medesimo che fu poi fatto impiccare dal Consiglio dei Dieci siccome reo di tradimento contro lo Stato, ed indi dal medesimo Consiglio riconosciuto innocente.„ Non sarà questa l’ultima volta che di lui ci accadrà di parlare in queste annotazioni.