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42 lettere di fra paolo sarpi.

fetta? Pure, stiamo forse peggio che quando V. S. si ritrovava qui, senza che gli uomini prudenti possino far giudicio alcuno dove debbino terminare le cose che vediamo.

Ogni dì nascono nuovi disgusti, e nessuno si compone. Stupirebbe V. S. se fosse presente. Li Spagnuoli mai ebbero manco arme in Italia che adesso: li altri principi sono affatto disarmati. Di Ungaria ci è avviso che li arciduchi abbiano creato un re, e vadino con gran sollecitudine facendolo giurare; e si teme che questo moto sii di maggior momento di quanto mostra superficiosamente. Non credo però che chi può aiutare quel regno, vorrà per soccorrerlo divertirsi dalli altri suoi disegni. Ma queste cose sono in mano di Dio.

Della materia letteraria non ci è cosa nuova; se non che s’intende, un gesuita comporre opera, dove mostra che sii lecito, anzi meritorio, a ciascuno uccidere per qualunque via un scommunicato dal papa: talmente che la proscrizione di Silla tornerà in piedi.

Ringrazio infinitamente V. S. delle molte belle scritture che mi prepara; e quanto al mezzo del mandarle, le picciole, che potranno capire nel pacchetto delle lettere, non patiranno difficoltà. Quanto alle altre, bisognerà averci qualche considerazione; poichè a Trento, e in qualche altri luoghi di Stiria s’hanno dato a scrutinare li libri con eccessiva cura. Per lo spaccio che seguirà, io darò qualche avviso a V. S. del mezzo che si doverà tenere; ma quanto alle lettere e picciole scritture, V. S. potrà capitarle al signor ambasciator Foscarini, chè saranno sicurissime. Io son parco in scriverli