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CAPITOLO VI

(27 novembre-9 dicembre 1562).

[Si delinea una nuova difficoltá in concilio per la prossima venuta del conte di Luna: la questione di precedenza tra francesi e spagnoli. — Incidente suscitato dal vescovo di Guadix, per aver detto esservi vescovi legittimi, anche se non chiamati dal papa. — Proroga della sessione al 17 dicembre. — Risorge la disputa sull’istituzione dei vescovi, che il legato Hosio cerca di sopire. — I francesi favorevoli al ius divinum. — Offensiva, con mezzi diversi, dei francesi e spagnoli contro l’autoritá papale per subordinarla ai concili e toglierle la superioritá sui vescovi. — Malumore dei francesi per la diffidenza dei legati a loro riguardo. — Morte del re di Navarra e conseguenze sul contegno del Lorena al concilio. — Approcci del Condè coi protestanti tedeschi per un concilio indipendente. — Massimiliano, incoronato re dei romani, tenta di condurre i protestanti al concilio di Trento: gravi richieste messe innanzi da quelli.]

Si preparava in questo tempo nova materia di contenzione, perché il conte di Luna fece intender alli legati che doveva andar a Trento come ambasciator del re di Spagna, e non dell’imperatore, ma inanzi andarvi voleva sapere che luoco li sarebbe dato. Li legati, chiamati gli ambasciatori francesi, gliene diedero conto, dicendo esser in gran travaglio per le dispute di precedenza, e li pregavano trovar qualche modo per accordarle. E dicendo loro non esser mandati per componer differenzie, ma per tener il luoco debito e sempre conceduto al loro re; che non intendevano pregiudicar in cosa alcuna appartenente al re di Spagna, ma farli ogni onore e servizio conveniente al parentado e amicizia che tiene col loro re, e che avevano carico, quando il luoco li fosse negato, protestare della nullitá degli atti del concilio e partirsi